venerdì 12 dicembre 2008

Regali di Natale terapeutici

Come ogni anno, in questa stagione,si comincia a parlare di regali Natalizi, si fanno calcoli sulle spese e sui bilanci familiari e i giornali si “buttano” a prevedere cali o incrementi della spesa, segnalando gli oggetti da non perdere, i regali più graditi, le mode del momento.
Forse, come ogni anno, quasi tutti, ci ripromettiamo di rallentare quella frenesia consumistica che ci ha portato a vivere il Natale come un momento sempre più rivolto al baratto dei regali.
Da tempo ormai ci imponiamo di "fare solo pensierini", di recuperare il vero spirito della festività, riscoprendone i valori genuini.
Inoltre, quest' anno per l’incombenza della crisi, ci si ritrova a fare conti ancora più precisi e la volontà di ridimensionare la spesa è ancora più forte.
Come sempre però, la realtà è più fantasiosa delle previsioni.
Negli Stati Uniti, Paese in cui la crisi reale ha già iniziato a farsi sentire in modo concreto, è avvenuto qualcosa di particolare. Come ogni anno si è celebrato il "Black friday", cioè il tradizionale venerdì di grandi acquisti che segue il Giorno del Ringraziamento, e che porta questo nome, venerdì nero, non in senso negativo, ma perché è il giorno in cui i negozianti iniziano a guadagnare uscendo dal rosso nei conti (si stima venga realizzato quasi il 40 % dell'introito annuale).
Celebrazione che, addirittura, è finita in tragedia a New York quando alle 5 del mattino, ora di apertura di una nota catena di supermercati, più di 2000 persone in attesa spasmodica di entrare, hanno travolto un giovane commesso in una ressa senza precedenti (il ragazzo è deceduto e altre otto persone sono rimaste ferite).
Perché tanta fretta per entrare?
Perché quest'anno i negozi e le catene Americane hanno deciso di offrire sconti particolari su prodotti limitati (cosa che avviene ogni anno ma che quest'anno è stata fortemente incentivata) attirando così folle di persone che volevano assolutamente risparmiare, ma non avevano nessuna intenzione di rinunciare alla gioia del regalo.
Ebbene, la gente americana, nell'anno della grande crisi, non ha speso meno. Hanno evitato debiti e finanziamenti, comprando il più possibile in contanti, ma non hanno voluto cedere alla crisi. Hanno assaltato discount e negozi dove gli sconti erano maggiori.
Non voglio fare considerazioni sulla crisi economica, anche se è necessario ricordare che comunque molti ritengono che quel venerdì non sia stato l'inizio delle spese natalizie americane bensì la chiusura e, anche se venerdì di fatto c'è stato un aumento delle vendite, pare che nella totalità si sia riscontrato un calo generale della spesa.

Ma questa frenesia nell'acquisto è solamente risultato del consumismo convulsivo e folle?
Io credo ci sia di più.

Credo che tutti, alla fine dei conti, abbiamo necessità di concederci qualcosa di gratificante, magari anche superfluo, per noi e per i nostri cari.
Forse perchè, fare regali e acquisti di varia natura, proprio così superfluo non è.
Proprio in un periodo così particolare, sorge la voglia di non cedere al pessimismo ma anzi, di esorcizzarlo, attraverso l'acquisto di qualcosa che riesca a darci un breve momento di gioia e spensieratezza. Forse è terapeutico spendere un pochino di più a Natale per affrontare, più sereni, le incombenze del resto dell'anno.

Quindi, senza esagerare, evitando di far debiti così consistenti da appesantire il resto dell’anno, rimanendo con i piedi per terra non neghiamoci il gusto di comprare e regalare qualcosa di bello per noi e i nostri cari.
Oltrechè piacevole aiuterà l’economia e renderà più lieve il momento economico sfavorevole.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sì certo, bellissima idea, io ne farei un volantino e lo piazzerei nelle auto del personale della Osram (ad esempio), quelli in esubero, quelli che forse nel vicinissimo futuro resteranno senza un posto di lavoro, e magari ne farei uno rosso di volantino e lo darei a quei 4000 esuberi della Telecom. Se vuole ne ho tantissimi altri da fargliene fare di questi volantini. Che diamine!! un pò di ottimismo ci vuole!
David Borrelli